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Rammendo: tradizione, sostenibilità e un progetto sociale firmato Risvolta

C’è un filo invisibile che unisce le generazioni: è il gesto semplice e antico del rammendo. Un ago, un filo e la pazienza di ridare vita a un tessuto liso o a un capo consumato. Non è solo riparazione: è memoria, affetto, tradizione. In un’epoca in cui il fast fashion ci ha abituati a gettare via più che a conservare, il rammendo appare come un atto rivoluzionario. Un piccolo gesto che parla di sostenibilità, di cura e di rispetto per ciò che indossiamo.

Con questo spirito nasce il progetto sociale di Risvolta, realizzato insieme a Sinergy e Maspet, per riportare al centro un’arte che rischia di scomparire e trasformarla in un’opportunità concreta per le persone e per il territorio.

Il rammendo: l’arte a rischio estinzione

Un tempo il rammendo era parte della vita quotidiana: madri e nonne ricucivano i tessuti consumati, trasformando la riparazione in un gesto di amore e cura. Oggi, travolti dalla logica “usa e getta”, questa tradizione si sta perdendo. Eppure, in molte culture, il rammendo è sempre stato molto più che un atto funzionale: in Giappone, ad esempio, il sashiko e il boro hanno trasformato le cuciture in forme d’arte.

Negli ultimi anni, anche in Occidente, il visible mending è tornato alla ribalta, come simbolo di una moda etica che non nasconde l’imperfezione, ma la valorizza. Il rammendo diventa così non solo un atto pratico, ma anche un linguaggio estetico e culturale.

Il valore sociale e ambientale del rammendo

Oggi il valore del rammendo è duplice: sociale e ambientale. Da una parte significa ridare vita ai capi, evitando che finiscano tra i rifiuti tessili: secondo l’Ellen MacArthur Foundation, ogni anno 92 milioni di tonnellate di abiti vengono buttati e ogni secondo un camion di vestiti viene smaltito in discarica o incenerito. Dall’altra, significa custodire un sapere manuale che rischia di sparire, recuperando dignità e valore del lavoro artigiano.

Il rammendo è quindi un esempio concreto di economia circolare applicata alla moda, un atto che prolunga il ciclo di vita dei prodotti e riduce l’impatto ambientale. Non a caso, Risvolta lo inserisce pienamente nella propria visione di moda sostenibile.

Il progetto Risvolta, Sinergy e Maspet

Il progetto nasce dalla collaborazione tra Risvolta, Sinergy e Maspet con un obiettivo chiaro: formare nuove figure in grado di tramandare e rinnovare l’arte del rammendo.

Il percorso prevede 60 ore di formazione gratuita, suddivise tra teoria e pratica. Le lezioni teoriche, svolte nelle aule Maspet, introducono alle basi della maglia e alla smacchinatura del telino; le attività pratiche, invece, si svolgono direttamente in maglificio, a stretto contatto con i materiali e con le tecniche artigianali. Un’opportunità gratuita, ma soprattutto un investimento sul futuro del territorio e delle persone che vi abitano.

Un ponte tra formazione e lavoro

Il corso non è pensato solo per trasmettere conoscenze, ma per costruire un ponte tra formazione e lavoro. I partecipanti non imparano soltanto una tecnica, ma entrano in contatto con una realtà produttiva, acquisendo competenze spendibili nel mondo del lavoro.

In un settore spesso dominato da logiche industriali e impersonali, questo progetto restituisce centralità al capitale umano, alle mani che lavorano e alla capacità di trasformare un capo rovinato in un pezzo di nuova bellezza. È un modo per rafforzare le comunità locali, creare nuove opportunità e dare dignità a un mestiere che merita di essere rivalutato.

Il vero significato del rammendo

Il rammendo è più di un gesto e ogni capo riparato non è solo un tessuto salvato: è un pezzo di memoria che continua a vivere, un piccolo atto di resistenza contro il consumismo e una testimonianza di cura verso il pianeta.

Scopri di più sulla nostra visione nella sezione Il Progetto o visita lo shop Risvolta per indossare un capo che porta con sé la stessa filosofia: rispetto, tradizione e futuro.