Ogni anno, miliardi di capi vengono prodotti, venduti e buttati via come se nulla valesse davvero.
Dietro una maglietta da pochi euro, spesso si nascondono storie che nessuno racconta: tessuti sintetici che soffocano gli oceani, lavoratori sfruttati in capannoni invisibili, etichette che promettono sostenibilità ma non dimostrano nulla.
La moda ha un problema enorme: la mancanza di trasparenza. E finché non sapremo da dove arriva ciò che indossiamo, non potremo davvero parlare di sostenibilità.
Ecco perché nasce il passaporto digitale: uno strumento che permette, finalmente, di guardare oltre il cartellino e conoscere l’impatto reale di ogni capo.
In questo articolo scoprirai perché è una rivoluzione per il mondo della moda etica — e come Risvolta ha scelto di non aspettare le leggi, ma di mettersi già oggi dalla parte di chi vuole sapere. E scegliere.
Cos’è il passaporto digitale nella moda (e perché è fondamentale)
La trasparenza è oggi una delle parole più importanti — e più abusate — nel mondo della moda sostenibile. Ma per trasformarla da promessa a realtà servono strumenti concreti, tangibili e consultabili da chiunque. Ed è proprio questo il ruolo del passaporto digitale di prodotto.
In un settore ancora troppo segnato da opacità, produzioni in outsourcing e informazioni vaghe, il passaporto digitale permette al consumatore di accedere a:
- Tutti i dettagli sulla filiera del capo acquistato
- Schede tecniche delle materie prime
- Certificazioni ambientali e sociali
- Dati sull’impatto ambientale e il luogo di produzione

Dall’Unione Europea alla moda etica: è in arrivo l’obbligo
A conferma dell’importanza crescente di questi strumenti, la Commissione Europea ha inserito il passaporto digitale all’interno della normativa ESPR – Ecodesign for Sustainable Products Regulation, rendendolo obbligatorio entro il 2027 per molti settori, tra cui moda e tessile.
L’obiettivo? Dare ai consumatori gli strumenti per fare scelte informate e responsabili, contrastando il fenomeno del greenwashing e premiando le aziende trasparenti.
Risvolta ha deciso di anticipare questa tendenza, rendendo disponibile fin da ora il proprio Passaporto Articolo, una vera e propria carta d’identità del capo integrata direttamente nel sito web e nel cartellino di ogni prodotto.
Il vero Made in Italy si vede nella filiera
Negli ultimi anni, diversi scandali hanno mostrato quanto il “Made in Italy” possa diventare una copertura di marketing, dietro cui si nascondono produzioni esternalizzate o subappalti a basso costo. Ricordiamo alcuni casi recenti finiti al centro delle cronache: nel 2022 l’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza ha coinvolto la maison Loro Piana per una filiera parallela e illegale: alcuni capi venivano lavorati in subappalto da laboratori gestiti da laboratori cinesi nella provincia di Vercelli, in condizioni non conformi agli standard di sicurezza e diritti del lavoro. Il problema non era la qualità finale del prodotto, ma l’opacità della catena di fornitura, che metteva a rischio la credibilità del brand stesso. L’anno seguente un caso simile ha coinvolto anche Giorgio Armani: a seguito di controlli in Lombardia e Piemonte, 11 laboratori gestiti da imprenditori cinesi sono stati scoperti a produrre per il gruppo in condizioni lavorative non regolari. Alcuni operai vivevano negli stessi capannoni in cui lavoravano, in ambienti insalubri, e i subappalti non erano tracciati in modo trasparente.
Risvolta ha scelto un’altra strada. Tutti i capi sono progettati, tagliati e confezionati localmente, nella provincia di Pesaro e Urbino, utilizzando solo materiali con certificazioni come GOTS, RWS e GRS.
Ogni passaggio è documentato in modo trasparente e accessibile, grazie a un sistema pensato per valorizzare la qualità e ridurre al minimo gli sprechi.

Il Passaporto Articolo di Risvolta: come funziona
Sul sito Risvolta, ogni capo ha una sezione dedicata al suo passaporto digitale: è possibile verificare la scheda tecnica della materia prima, i certificati associati, i laboratori coinvolti e l’impatto ambientale dell’intera produzione.
Si tratta di un sistema pensato per instaurare fiducia reale tra chi produce e chi acquista, e rappresenta una concreta estensione del modello etico e produttivo del brand.
Oltre la trasparenza: un nuovo modo di acquistare
Per Risvolta, la trasparenza non è solo una strategia di comunicazione, ma un impegno quotidiano. Significa lavorare con una filiera corta, promuovere il lavoro artigianale e creare capi tracciabili, autentici, duraturi.
Un capo Risvolta non racconta solo uno stile: racconta una scelta consapevole, costruita su dati concreti e consultabili in ogni momento.
Chi sceglie di acquistare in questo modo, sceglie di dare valore non solo a ciò che indossa, ma anche a come viene realizzato.
La trasparenza non è un’opzione
Il futuro della moda è fatto di tracciabilità, rigore e fiducia. Il Passaporto Articolo rappresenta tutto questo. Ed è già realtà.
Non serve più fidarsi a occhi chiusi. Basta cliccare. E vedere.